30 luglio 2017

Assaggi. Il vino del contadino


Che sarebbe in questo caso il vino di un amico di un mio amico. Ricevo in regalo questa bottiglia di vino rosso senza etichetta, vitigni non identificati, provenienza: Calabria.

"Assaggialo e dimmi cosa ne pensi"

Io sono prevenuta sul vino del contadino, l'opinione corrente e varie esperienze personali mi portano a pensare che nella maggior parte dei casi trattasi di schifezze. Tuttavia non posso fare a meno di citare il pensiero di Luigi Veronelli che definisce il peggior vino contadino come migliore del miglior vino d'industria, in perfetto accordo con l'attualissimo trend del vino naturale. Due posizioni antitetiche, un vino nel bicchiere.

Il vino che ho davanti è sicuramente naturale. Mi dicono che in vigna si fa solo qualche trattamento con zolfo, nulla di più. Vendemmia 2016. Un pochino torbido, di un rosso cupo, che mi ricorda il succo di prugna, materia non molto concentrata. Su consiglio del mio amico, che lo ha degustato a temperatura ambiente (nel nostro caldissimo luglio, sigh), tengo in fresco un'oretta.

Calice fermo, al naso poco intenso, ma pulito (fiuù, meno male) e nettamente fruttato: ciliegia. Aumenta l'intensità con calice roteante, ma rimane limitata la gamma di profumi. Ci aggiungerei fragola matura, stop. Al palato è appena abboccato, leggero, giustamente fresco (leggi acidità contenuta) non molto persistente ma davvero piacevole. Ritorna il rimando alla frutta rossa.

Conclusione: un succo d'uva alcolico per merende di salumi e piatti freddi di carne poco impegnativi.

Se penso ad alcuni recenti assaggi blasonati con annessa delusione ... direi che stavolta il contadino non ha toppato, il pensiero veronelliano è salvo 😁

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